La capanna
Bisogna dirglielo che la tua casa é sicura
Che c’é una forza interiore nelle travi del tetto
E che penetrante e etereo attraverserai lo stagno
E che hai una stuoia
E che la tua casa non é un luogo dove restare
Ma da dove partire
Max Martins, Para ter onde ir (Tr. S.W.)
Dovrai ben dirlo un giorno che l’assenza
é ciò che più frequenta questa casa
e l’ombra è appena un segno delle mani
che svanisce quando scende la notte ;
che la trave ha già perso il suo vigore,
l’intimo movimento della linfa
e il tuo vecchio rifugio si richiude
come un libro già scritto e abbandonato;
che qui non si ritorna per trovare
la tovaglia distesa sulla tavola
le vipere cacciate dalle tane
o dei gerani rossi al davanzale,
ma per poter frugare nella borsa,
lasciarla penzolante alla maniglia –
che l’amica la svuoti e intenerita
scopra il lapis smangiato, il tuo biglietto