Longyearbyen
Estate
Cocuzzoli bianchi
Oceano di piombo
°°°°°°°°°°
Domenica a Svalbard
Giorno dell’orso in piedi
Dei quattro azzurri del cielo
Degli uccelli rari
°°°°°°°°°°
Morene
Pietre su pietre
Ghiacciaio sporco
Disfacimento
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Lagoya
Isola di trichechi
Zanne piantate nella sabbia
Per dormirci su
Solo i gabbiani e uno strano papero
Lavorano
°°°°°°°°°°
Seven Islands
Che poi sono cinque
Orme
La sabbia trema
Sotto il peso dell’orso
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Veliero spoglio
Scioglie i suoi riflessi nella baia
Caleidoscopio
Tuona il tricheco
Scuote il vicino
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Orso sul pack
Fame feroce
Non s’avvede di nulla
Mangia la sua foca
Lascia il resto agli uccelli
Se ne va a nuotare verso il sud
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Questa femmina non ci teme
Arriva sotto la murata
Muso in aria
Osserva il fotografo
Annusa disgustata
Anche lei se ne va
Ciondoloni
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Un altro orso
Fiero come un re
Poderoso
La dominazione aristocratica
Comincia qui
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Violette di tundra
La pietra protegge
Il colore deciduo
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Zanzara attorno al lago
Prepara le uova
Per il ghiaccio invernale
°°°°°°°°°°
Tra pietre e sabbia
Il relitto della barcaccia
Ammonisce: fuori i curiosi
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Rocce a strati verticali rossicci
Migliaia di uccelli
Divers, sprofondano
Cercano crostacei
Ti sorvolano
E ti sporcano la giacca
Un orso arrampicato oltre la roccia
Macchia bianca sul declivio
Mangia l’erba della tundra
Osserva i nidi e guata le uova
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Piove, rollio
Al bar giacconi e caffè
Nebbia
Conferenze fumose
Teste arruffate
Sonno
°°°°°°°°°°
Avvistano qualche soffione
Balene in caccia
Non si lasciano avvicinare
Ne hanno abbastanza degli uomini
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Ancora rollio
Il motore borbotta, ronza
S’annoia anche lui
In questa nebbiolina
°°°°°°°°°°
Sulla via del ritorno
Ghiacciai che si ritraggono
Lasciano morene
Pietre brutte e svariate
Da non dimenticare
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